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IL CUORE DELLA MONTAGNA. LA MONTAGNA DEL CUORE


Sotto di noi un immenso volo d'aquila. Grande cento cerchi d'ali nell'aria, centuplicati cento volte. Non ha confini lo sguardo. Né fuori, sul mondo. Né dentro, nell'anima. Laggiù c'è la Valle del Fiume Abatemarco. Quella conica piramide rocciosa è il Monte Trincello. I dirupi a nord-ovest sono quelli di Boccademone. A sud-est s'innalza la pendice boscosa del Cozzo del Pellegrino. Oggi è un giorno lieto per la Terra. Si celebra la festa dei colori d'autunno. Salendo da Campiglione, percepiamo che qualcosa è cambiato: la qualità della luce filtrante nella faggeta. Come oro fuso nell'aria, depositato nel caveau della Terra sommersa di foglie. Noi non siamo poliziotti e non stiamo guidando un blindato. Siamo gli erranti di sempre, i cercatori di bellezza, i liberi contemplatori. Consci che tutto quell'oro prezioso, quelle gemme splendenti, non possono esser comprate, nessuno può appropriarsene. Possono solo essere ammirate. Venendo fin quassù a piedi. Valicando il confine di muri, illusioni e filo spinato della civiltà, abbandonando la sicurezza tronfia delle strade asfaltate, degli ipermercati, delle case in cemento armato, della presunzione umana, delle parole al vento. Dismettendo le vesti dei padroni, indossando quelle dei fratelli, dei compagni di viaggio. Effimeri, piccoli, desiderosi di stupirsi, consci di lasciare tutta quella preziosa bellezza esattamente dov'è. Una bellezza che è fisica ma anche spirituale. Stiamo compiendo un viaggio che abiuri "l'estraneità tra materia e spirito - come scrive Vito Mancuso in "Questa vita" - natura e cultura, mondo e mente, una frattura che ci ha condotti a considerare il mondo come mero ambiente esteriore e non come parte essenziale della nostra vita, e la nostra vita come mero caso all'interno di un mondo senza senso". Qui, su questa solitaria, silenziosa, splendente tavolozza di colori incendiata dal sole autunnale, insondabile nel buio dei suoi abissi, soggiogata dal cielo azzurro cosparso di nubi solenni, sento che il mio cuore appartiene alla montagna e che la montagna appartiene al mio cuore. Nelle immagini: Cozzo dell'Orso e valle dell'Abatemarco (foto Francesco Bevilacqua).

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